Il 31enne Lawrence Okoye, espetto britannico nel lancio del disco alle Olimpiadi di Londra e di Tokyo nonché ex giocatore della NFL (il campionato statunitense di football americano) tra le fila dei San Francisco 49ers, ha scoperto di essere affetto da una preoccupante forma di cellulite.
Un infiammazione del tessuto connettivo sottocutaneo (da non confondere con la cellulite estetica) causata da batteri penetrati all'interno della pelle attraverso ferite aperte.
Una problematica che, se non curata con antibiotici, nei casi più gravi può portare a necrosi estese, ascessi o addirittura a setticemia, con tutti i rischi per l’incolumità che ne conseguono.
Lawrence Okoye, è un atleta britannico, esperto nella disciplina del lancio con il disco. Ha partecipato alle Olimpiadi di Londra e di Tokyo ed è un ex giocatore della NFL (il campionato statunitense di football americano) tra le fila dei San Francisco 49ers. Lo scorso dicembre ha pubblicato questa strana foto sul suo profilo tiktok.
"Sembra che io sia fatto di plastilina!", scriveva Lawrence Okoye. Effettivamente, proprio quello era l’effetto che la sua gamba destra ricordava se premuta con il pollice. Anziché riprendere subito la sua forma originaria, infatti, la pelle della tibia restava schiacciata verso l’interno, formando così una serie di "buchi".
Ma in realtà Lawrence Okoye ha poi scoperto che quella sua strana pelle di "pongo" nascondeva una brutta verità. L'atleta ha affermato di aver scoperto di soffrire di un’infezione della pelle chiamata “cellulite”.
Attenzione. Non si tratta della più comune cellulite estetica, ma piuttosto di un’infiammazione del tessuto connettivo sottocutaneo causata da batteri penetrati all’interno della pelle da ferite aperte. Una problematica che, se non curata con antibiotici, nei casi più gravi può portare a necrosi estese, ascessi o addirittura a setticemia, con tutti i rischi per l’incolumità che ne conseguono.
La vicenda risale ai primi di dicembre, ma per i meccanismi dei social è diventata virale soltanto nelle ultime ore. Fortunatamente lo sviluppo dell’infezione è stata trattata prima dell’insorgere di ulteriori sintomi. A dimostrarlo, un terzo e ultimo video con cui lo sportivo ha reso noto, due settimane più tardi, di essersi sbarazzato del problema.